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Pasqua 2019… con te!

  • Don Marco Russo
  • 19 apr 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Mi sono accinto a mettere mano alla penna e, dopo aver invocato lo Spirito Santo, sollecitato dalla Parola di Papa Francesco, condivido con te a cuore aperto, questo messaggio augurale per una Santa Pasqua 2019


Oggi attendo, celebro, vivo e santifico

Oggi accolgo l’Unto che lo Spirito invia per ungere il popolo di Dio.

Mi esorta a volgere lo sguardo e a imparare da Lui a ungere e a benedire, così mi sana dalla meschinità, dall’abuso e dalla crudeltà.

Il Signore non ha mai perso questo contatto diretto con la gente, ha sempre mantenuto la grazia della vicinanza, con il popolo nel suo insieme e con ciascuna persona in mezzo a quelle moltitudini.

Il suo Cuore attira tutti a sé (cfr Gv 12,32): Veroniche, cirenei, ladroni, centurioni…

Nell’animo della gente si risveglia il desiderio di seguire Gesù, germoglia l’ammirazione, prende forma il discernimento.

«Lo cercavano» (Lc 4,42) e «lo seguivano» (Lc 14,25), lo “stringevano”, lo “circondavano” (cfr Lc 8,42-45) e «venivano numerose per ascoltarlo» (Lc 5,15).

Al di là di qualsiasi calcolo, è un seguire senza condizioni, pieno di affetto.

Contrasta con la meschinità dei discepoli, il cui atteggiamento verso la gente rasenta la crudeltà, quando suggeriscono al Signore di congedarli, perché si cerchino qualcosa da mangiare.

Alla gente piaceva tanto salutarlo per la strada, farsi benedire da Lui e benedirlo, come quella donna che in mezzo alla folla benedisse sua Madre.

Cristo, la Parola di Dio venuta nella carne, suscita nella gente il carisma del discernimento; non certamente un discernimento di specialisti in questioni disputate.

Luca indica quattro grandi gruppi che sono destinatari preferenziali dell’unzione del Signore: i poveri, i prigionieri di guerra, i ciechi, gli oppressi.

Una “preferenzialità inclusiva”: la grazia e il carisma che si dona a una persona o a un gruppo in particolare ridonda, come ogni azione dello Spirito, a beneficio di tutti.

Poveri (ptochoi) sono quelli che stanno piegati, come i mendicanti che si chinano per chiedere. Ma è povera (ptochè) anche la vedova, che unge con le sue dita le due monetine che erano tutto quello che aveva quel giorno per vivere.

I ciechi sono rappresentati da uno dei volti più simpatici del Vangelo: quello di Bartimeo. Che riceve L’unzione dello sguardo!

Il Buon Samaritano che unge con olio e fascia le ferite (traumata: Lc 10,34) dell’uomo che era stato picchiato a morte e giaceva sul bordo della strada. L’unzione della carne ferita di Cristo!

Gli oppressi di ieri e di oggi. Oggi le città ci imprigionano non tanto a punta di lancia, ma con i mezzi più sottili di colonizzazione ideologica. Solo l’unzione della nostra cultura propria, forgiata dal lavoro e dall’arte dei nostri antenati, può liberare le nostre città da queste nuove schiavitù.

Non dobbiamo dimenticare che i nostri modelli evangelici sono questa “gente”, questa folla con questi volti concreti, che l’unzione del Signore rialza e vivifica. Essi sono coloro che completano e rendono reale l’unzione dello Spirito in noi, che siamo stati unti per ungere. Siamo stati presi in mezzo a loro e senza timore ci possiamo identificare con questa gente semplice. Ognuno di noi ha la propria storia. Un po’ di memoria ci farà tanto bene. Essi sono immagine della nostra anima e immagine della Chiesa. Ciascuno incarna il cuore unico del nostro popolo.

Noi sacerdoti siamo il povero, e vorremmo avere il cuore della vedova povera quando facciamo l’elemosina e tocchiamo la mano al mendicante e lo guardiamo negli occhi.

Noi sacerdoti siamo Bartimeo, e ogni mattina ci alziamo a pregare chiedendo: «Signore, che io veda di nuovo!» (Lc 18,41).

Noi sacerdoti siamo, in qualche punto del nostro peccato, il ferito picchiato a morte dai ladri.

E vogliamo stare, noi per primi, tra le mani compassionevoli del Buon Samaritano, per potere poi con le nostre mani avere compassione degli altri.

Quell’uomo tradito…

Quell’uomo in preda all’angoscia dell’attesa …

Quell’uomo costretto dalla propria coerenza …

Quell’uomo ricoperto di insulti, derisioni, violenze …

Quell’uomo che vede il valore della propria vita considerato inferiore …

Quell’uomo che viene appeso sulla croce…

Quell’uomo ha ancora la forza di perdonare, di riempire di speranza il buon ladrone, di consegnare nelle mani di Dio il suo spirito…

Quest’uomo ci ha mostrato come si può essere più forti del male, si può attraversarlo senza abbattersi ed essere sconfitti, si può conservare la fiducia e la speranza nei momenti peggiori.

Fu buio su tutta la terra da mezzogiorno alle tre del pomeriggio.

Poi la luce tornò.

Quella Luce che auguro e che possa rischiarare il passo all’uomo di Oggi, si perché quell’Uomo per me, per noi oggi rinnova il Suo sì al Padre perché nessuno vada perduto.

Auguri

Dal vostro fratello nel Sacerdozio

Marco, cristiano con voi, pastore per voi.


 
 
 

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